mercoledì 30 marzo 2022

Licorice Pizza

 Appunti di un film che sa di vita, malinconia e giovinezza:


- la spensieratezza, la sicurezza e la sfrontatezza dei 15 anni
- la voglia di spaccare il mondo dei 25 anni
- le corse a perdifiato
- le risate senza remore 
- la colonna sonora di una generazione
- la famiglia Haim al completo
- i silenzi dietro una cornetta del telefono che valgono più di 1000 discorsi
- "Ti sento respirare"
- la libertà di lanciarsi in tutto (Gary Valentine)
- la fragilità di sentire che sfugge tutto di mano (Alana Kane)
- la libertà di fare impresa nell'America degli anni 70 (Gary Valentine)
- la scoperta di fare politica (Alana Kane)
- la dedica a Robert Downey Sr.
e nel mezzo di tutto questo c'è l'America, ci sono gli anni 70, l'omaggio al Cinema e le grandi citazioni:
Sean Penn nei panni di Jack Holden (William Holden e "Il viale del tramonto")
Tom Waits in quelli di Rex Blau (Mark Robson)
"I ponti di Toko-Ri"
Bradley Cooper nei panni di Jon Peters
Le non coincidenze:
Valentine (che nel film è il cognome di Gary) è un video delle Haim, girato presso il Valentine Recording Studios e diretto dallo stesso Paul Thomas Anderson;
Gary Valentine, nella vita Cooper Hoffman, è il figlio di Philip Seymour Hoffman;
La famiglia ebraica di Alana è la sua vera famiglia.

Licorice Pizza è un bel modo di dire qualcosa di importante come un banale "ti amo".

Sarà scontato, sicuramente bizzarro, un po' assurdo ma bellissimo come Life on Mars di David Bowie.






domenica 3 ottobre 2021

Murakami

 

Leggendo la trama ho pensato a “Il pescatore” di De Andrè. 

Murakami o lo ami o lo odi, non esistono vie di mezzo. Tra le due parti c’è una barriera alta come il muro di Berlino. 

L’ho scoperto con Norwegian Wood (titolo tratto dall’omonima canzone dei Beatles) e l’ho amato. Forse perché i libri, come le persone, arrivano “per una ragione, una stagione  o tutta la vita”.

Come tutti i giapponesi il suo linguaggio è diverso dal nostro, la sua è una voce profonda, che ha radici in posti sperduti degli esseri umani (spirito, anima e affini) ma a differenza degli altri autori giapponesi Lui ha un dono: la Visione. Visione dell’insieme, di questo mondo e dell’altro (qualunque altro).

Contiene in sé tutta la magia del cinema.

Non comprendi mai se i suoi personaggi sono giusti o sbagliati, forse perché sono ripuliti da qualsiasi “giudizio” di etichetta e lasciati alla più nuda “comprensione”, a volte “compassione”. Immersi in ogni caso da tanta musica.

La colonna sonora di questo libro è affidata ai Radiohead. 

Murakami è in questo senso il Nick Hornby del Giappone, ovviamente privo dello humor inglese. 


mercoledì 22 settembre 2021

V - Alessandro Mannarino

E pensavo è bello che alla fine di ogni mia caduta ci sia un album di Mannarino a segnare ogni mia ripresa, ogni mio inizio.


V è diverso da tutti gli album ascoltati finora, sembra quasi un'opera di Salgado, viscerale e primitivo.
Non è folk, non è pop, non è nessun genere musicale, è Universo, è tutto e niente...ma soprattutto è tutto.
Quel rumore di fondo, quella voce dell'anima che parla, lo stomaco che fa male e gli occhi a guardare la strada che percorre una Vita Vagabunda e Bandida, è un Fiume nero che scorre...è una foresta che chiama e la voce che risponde, quando tutto brucia, anche le viscere. Soprattutto le viscere.
Ti entra dentro, ti scava dentro, ti uccide e ti riporta in vita, come fosse Rivoluzione, come fosse Amore.
Come solo Mannarino sa fare.




giovedì 10 dicembre 2020

Love is a losing game

 "Alla fine vedila sotto questo aspetto: la tua famiglia era lui ma con lui hai chiuso, eravate una coppia e non una famiglia."



lunedì 23 novembre 2020

"Come se provassi..."

 



Quando torni a respirare te ne accorgi.

La prima aria che butti fuori dai polmoni ha la forma del sollievo.

In quel momento capisci che, nonostante sia un atto istintivo e automatico necessario per vivere, per molto tempo sei rimasta semplicemente in apnea, tra un senso di colpa e qualcos'altro.

Ha a che fare con il primo passo, quello che non ti porta dove vuoi ma ti toglie da dove sei.

Non senti più il peso sul petto, la pece non avvolge più la tua mente e c'è un barlume negli occhi che ti aiuta a vedere una strada, un sentiero, una via, un ciottolato.

"Guardo la mia vita come al cinema, il protagonista di certo è Dio, così il cattivo oggi sono io...non sento niente, non provo nulla, mi guardo dentro, non mi riconosco e quando volo ogni volta casco..." (Cattivo - The Zen Circus)

Il ritorno a me stessa sicuramente è stato segnato da Ravenna, dove il Mausoleo di Gallia Pacidia, che ha ispirato Cole Porter fino alla creazione di "Night and day", mi ha ricordato che "Due cose riempiono l'animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quando più spesso e più a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me",  come direbbe Kant. 

Ma sono tornata davvero a respirare solo giunta ai piedi della cascata San Giovanni, nel Parco Nazionale della Majella. 

La foto in alto è un promemoria, mi ricorda che "la felicità non è una truffa". Il passo successivo.

Io credo che la bellezza salverà davvero il mondo, di certo ha salvato il mio sguardo.



"Non ero io, non eri tu."





giovedì 19 novembre 2020

Breathe

 /briːð/ : verb

take air into the lungs and then expel it, especially as a regular physiological process.

"she was breathing deeply"

(Oxford Dictionary)

Respirare v. intr. e tr. [dal lat. respirare, comp. di re- e spirare «soffiare, respirare»]. – 1. intr. a. Compiere il processo fisiologico della respirazione, riferito a organismi viventi; con speciale riferimento alle due fasi di inspirazione ed espirazione della respirazione umana (e di alcuni animali superiori): r. profondamente. Come segno di vita. b. Con uso estens., riferito a un luogo dove ci sia aria buona o dove si stia larghi e comodi. c. fig. Provare, avere un po’ di sollievo, di riposo, di pace, di libertà; raro con compl. della cosa da cui ci si libera momentaneamente; più com. con uso assol.: dopo tante fatiche solo ora comincio a respirare.

(Treccani)




Una parola semplice per un concetto complesso.


sabato 14 novembre 2020

"Siediti sulla sponda del fiume e aspetta..."

Più o meno l'insegnamento è stato questo e non mi proveniva da Confucio ma da qualcun altro che mi ha insegnato la vita...per quanto la vita si possa insegnare.

Io posso dire questo: sono seduta e aspetto. Aspetto che passi la rabbia ma in testa Max Gazzè continua a ripetermi che "Il tempo non fa il suo dovere e a volte peggiora le cose".

Di certo il tempo non aiuta se non sei tu a volerlo. Il fattore "Volontà" è un po' come il "Libero arbitrio"...una gran fregatura di responsabilità.

Scelte.

Tutti abbiamo una canzone che spiega un momento particolare della propria vita, dove parte il cambiamento, dove inizia la consapevolezza, dove ciò che provi non puoi più sotterrarlo, perché più in basso di così è difficile cadere...a volte pensi la vita ti si accanisca contro, invece ti sta dando una possibilità: tutto intorno a te sta provando a dirti che stai sbagliando, che quella non è la tua strada e che devi cambiare rotta. Non c'è eroismo né romanticismo nell'attaccarti a relazioni/cose/persone che sono nocive e tossiche. 

La mia è Ditmas dei Momford and Sons, una carica esplosiva di energia e dolore...mi ricorda Help dei Beatles.

 Quando John Lennon scrisse Help era in piena fase depressiva e chiedeva seriamente e sinceramente "Aiuto", era infelice e si sentiva in trappola, ma George Martin volle accelerare il ritmo degli arrangiamenti e il pubblico non capì mai ciò che Lennon stava vivendo. Ditmas è un po' così...a dirla con le migliori parole di Massimo Cotto in Rock Therapy Ditmas è "un gran modo di cantare il dolore dell'amore facendo muovere i piedi".

Ditmas è la mia Amen. Ha segnato la fine di qualcosa e dato inizio a qualcos'altro.

Quando ho accantonato la musica per comprendere le parole credo di aver capito davvero John Lennon e il suo gridare Help al mondo.

Ditmas non è un grido...è L'introspezione, il vissuto. Quello che cerco di dire è che ancora una volta aveva ragione De Andrè "E per tutti il dolore degli altri è dolore a metà"....o come cantava Guccini "Vedi cara è difficile spiegare se non hai capito ancora". 

Ogni singola parola di Ditmas mi scorre nelle vene insieme al sangue.

Non puoi salvare i ricordi, perché sono tutti rovinati...è come quando avveleni l'acqua....anche se cade una sola goccia di veleno non la puoi più bere. D'Altro canto mi piace credere che quel che non ti uccide ti fortifica.

A volte, come dice Niccolò Fabi, "Vince chi molla".

Così ho lasciato andare anch'io la mano che mi stringeva la gola, ho disteso le vene e ho aperto le mani, cercando di non trattenere più nulla, lasciando tutto fluire. Ho scoperto che l'aria dal naso arrivava di nuovo ai polmoni, le palpitazioni erano tornati battiti e la testa al suo peso normale. Aveva ragione lui, Niccolò Fabi: "La salvezza non si controlla, vince chi molla".